mercoledì 29 marzo 2006

500 anni di guardie svizzere ed un mistero

500 anni fa, nel 1506, le Guardie Svizzere iniziavano la loro storia a difesa dello Stato del Vaticano. Tra commemorazioni, sfilate, alabarde e bandiere vorrei ricordare, controcorrente, cosa successe il 6 maggio 1998, quello che è passato alla storia come il giallo delle Guardie Svizzere. Il Colonnello della Guardia Svizzera Alois Estermann, sua moglie Gladys Meza Romero e la Guardia Svizzera Cédric Tornay furono trovati morti. La versione ufficiale del Vaticano attribuì la responsabilità del delitto allo stesso Tornay, richiamato da Estermann per non essere rientrato in caserma entro l'ora stabilita dal regolamento e risentito in quanto non inserito nell'organico delle guardie d'onore del Papa. Dieci ore prima del rinvenimento dei cadavere, il Colonnelo Estermann era stato nominato da Giovanni Paolo II comandante della Guardia Svizzera. Estermann era entrato nelle Guardie Svizzere nel 1980, ed in occasione dell'attentato al Papa del 1981 era stato uno di quelli che si era buttato sul suo corpo, cercando di ripararlo dagli spari.

I tre corpi vengono trovati da una suora di cui non si saprà mai il nome. Poi arrivano sul luogo il portavoce vaticano Joaquin Navarro Valls (laico spagnolo e membro numerario dell'Opus Dei), Monsignor Giovanni Battista Re (sostituto della Segreteria Vaticana) e Monsignor Pedro Lopez Quintana (assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato Vaticana). Il gotha della comunicazione vaticana dell’epoca. La scena del delitto non viene sigillata, anzi già mezz’ora dopo ci sono decine le persone che si aggirano tra i cadaveri. Elementi di prova importanti vengono rimossi o spostati. Ancora prima che partissero le indagini, venne resa nota una versione ufficiale. Parla Navarro Valls: "Da una prima sommaria ricognizione, è possibile affermare che il comandante Estermann, la moglie e il vicecaporale Tornay sono stati uccisi con un'arma da fuoco. Sotto il corpo del vicecaporale è stata trovata la pistola d'ordinanza del medesimo". Per farla breve l’assassino è Tormay, che in un momento di follia avrebbe ucciso i coniugi Estermann, per poi suicidarsi.

Si parlò di raptus, gesto di follia, psicosi di persecuzione, ma troppe cose non tornano. Manca un bossolo dalla scena del delitto, sembra che il “folle” Tornay avesse scritto una lettera per giustificare il suo raptus che non è mai stata mostrata a nessuno, neanche ai parenti che la richiedono da anni. Uno che ha un raptus non scrive lettere, a meno che si tratti di premeditazione e non di follia. Poi non convince la posizione di Tornay. Si è sparato un colpo in bocca e sarebbe rotolato in avanti, con la pancia sopra la pistola. Altri parlano del Comandante Esterman come ex spia della Germania dell’Est, la STASI. Altri puntano il dito sui giochi di potere all’interno delle Guardie Svizzere e tra Monsignori. In quegli anni si combattè la “guerra” per la Segreteria di Stato tra Monsignor Rosalio Castilio Lara e il Cardinale Angelo Sodano, terminata appena sei mesi prima con la vittoria di quest’ultimo. Un’altra pista collega l’uccisione con l’attentato a Giovanni Paolo II ed i segreti economici e finanziari della Banca Vaticana, lo IOR (Istituto Opere Religiose). Sta di fatto che questo rimane uno dei gialli insoluti del Vaticano, uno dei tantissimi. Non l’unica macchia sull’onore delle Guardie Svizzere, ma sicuramente la più grande.

Nessun commento: