Come già detto Berlusconi si dovrebbe guardare bene le spalle. E credo da uomo astuto quel è lo stia già facendo. Da tempo. Tutto e tutti concorrono ad un unico fine: buttarlo giù dalla poltrona di presidente del consiglio e uomo più potente d’Italia. Ma andiamo con ordine. Ho già scritto una premessa sulla situazione italiana ora ecco i fatti. Una lista di movimenti e sommovimenti molto, molto, sospetti:
- L’UDC diventa la voce ufficiale del malcontento dei centristi nella Casa delle Libertà. C’è un accordo politico tra gentiluomini tra Casini e Fini per cui l’UDC rompe i coglioni e Alleanza Nazionale sta buona, tifa UDC ma media con Berlusconi. Unico scopo comune: fare fuori la Lega e in secondo luogo Berlusconi. Fini e Casini coltivano legittime aspirazioni di leader di coalizione e ai voti di Forza Italia
- Ammiccamenti, occhiolini, sorrisi, intese e frasi lasciate a metà tra Casini, Buttiglione, Mastella e Rutelli. Lo scenario è il Meeting di Comunione e Liberazione di quest’estate. Obiettivo: il grande centro. Aspirazione: riprendersi i voti della vecchia Democrazia Cristiana. Orizzonte temporale: le elezioni del 2010. Condizione necessaria: fare fuori prima Berlusconi, poi silurare Prodi denunciandolo alla Santa Inquisizione per la sua politica su pacs, libertà laiche, concordato, insegnamento della religione nelle scuole.
- Formigoni, presidente della Regione Lombardia, telefona a Berlusconi. Gli dice che perderanno al senato senza lui ed i suoi come capolista. Berlusconi lo accontenta. Non si fida ma non può far diversamente. Formigoni chiede in caso di vittoria un ministero pesante. Forse gli esteri o gli interni. Se perdessero le elezioni, invece, Formigoni legato a doppio filo al futuro del grande centro e a Comunione e Liberazione, avanzerebbe legittime aspirazioni di leader di Forza Italia. Dovrebbe solo fare lo sforzo di buttare giù dalla torre il capro espiatorio della possibile sconfitta: Berlusconi. Rischioso ma altamente remunerativo.
- Lo spaccamento dei vertici di Confindustria schierati contro Berlusconi. Il premier non li rappresenta più perché non vogliono più essere rappresentati. Hanno deciso che vogliono tutto. Vogliono entrare in prima persona nei fatti del paese. Non vogliono più un mediatore. Vogliono una fetta di torta e subito.
- Il Corriere della Sera si schiera apertamente con Prodi. Sono sulla stessa linea anche i giornali tradizionali del capitalismo: il Sole 24 Ore, La Stampa, il Messaggero. Sono scontenti della situazione congiunturale del paese e vogliono dire la loro. Hanno tutto il diritto a criticare una cosa che non gli va o ad essere faziosi. Basta essere trasparenti e sinceri. Se ci sarà un ricambio generazionale loro ne vogliono far parte.
- Le banche ed i poteri finanziari recriminano la loro parte nella conduzione del paese. Draghi alla Banca d’Italia non è di certo uno zerbino per chiunque. Anzi. Chi lo vorrebbe zitto e sottomesso non ha fatto i conti con le sue amicizie e con il fatto che l’uomo ha due grosse palle. Ha deciso di uscire allo scoperto da subito, critica le scelte politiche e si prepara ad avere parte attiva in futuro.
- Le Regioni scalpitano, vogliono più soldi e più autonomie. Gli enti locali si chiudono su se stessi difendendo i loro piccoli bilanci e la loro stessa autorità ad operare e continuare ad essere attori sui territori. Se vincesse Berlusconi non potrebbero reggere all’urto di un ulteriore accentramento delle risorse economiche e al taglio della pubblica amministrazione.
Scommettiamo che come nel 1994 Berlusconi giocherà ancora il tutto e per tutto. Se vince si mangia ancora una volta tutta la torta. Tutta lui. Ma se perde allora via al governo Prodi di transizione, prima che si riorganizzi il grande centro con UDC, la nuova Alleanza Nazionale, la Margherita, UDEUR e i alcuni vecchi notabili DC a rimorchio. Poi sarà tutta un’altra politica. Torta più grande e per tutti. Più fette, più persone soddisfatte. Un pezzo alle banche, un’altra agli industriali e al grande capitalismo, un’altra alla chiesa, un’altra agli enti locali, una al partito per rafforzarlo, un’altra a…..

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