martedì 23 ottobre 2007

lunedì 17 settembre 2007

Da oggi mi trovate sul mio nuovo blog. Gli amici saranno avvisati tramite mail. Gli altri curiosi possono guardare in giro, chi cerca trova !

questo blog è sospeso per mancanza di stimoli del sottoscritto. Ho deciso di cambiare argomento in un altro blog.

A SUIVRE

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giovedì 22 marzo 2007

Democrazia Cristiana

Leggiamo spesso che le forze politiche italiane di centro discutono come rifare una sorta di nuovo Grande Centro. L’UDC di Casini ha lasciato gli ex alleati della Casa delle Libertà. La Margherita, comodamente seduta al governo attende gli eventi. L’UDEUR di Mastella flirta neanche troppo di nascosto con Casini. Poi c’è Rotondi, il segretario delle Nuova Democrazia Cristiana, che porta un simbolo autorevole ma è poco incline alle mire di Casini e della Margherita (presto i falchi del partito faranno fuori Rutelli).

Ma se vi dicessi che il vero segretario della Democrazia Cristiana, con tanto di simbolo originale è un signor sconosciuto ai media: il signor Giuseppe Piazza? Che Giuseppe Piazza ha diffidato Rotondi ad usare nome e simbolo della D.C. e sia il tribunale di Roma, sia la corte d’appello gli hanno dato definitivamente ragione? E se dicessi che Giuseppe Piazza è in orbita Prodi da anni? E se dicessi che Giuseppe Piazza ha già tirato dalla sua Mastella ma soprattutto i Vescovi Italiani? E se dicessi che presto sentiremo parlare di Giuseppe Piazza e della Democrazia Cristiana? E se scrivessi che presto vedremo di nuovo la Democrazia Cristiana, seduta in parlamento? Che sia l’epilogo di una eredità contesa da quasi 15 anni? Vedremo chi avrà l’ultima parola, l’unica certezza è che son tanti a voler dire la loro.

Il regista occulto? Il vecchio Mino Martinazzoli, ultimo segretario della D.C., scioglie il partito macchiato da tangentopoli e fondo il Partito Popolare Italiano. Da li il centro si frammenta ma non perde identità. Il vecchio Mino rimane in disparte, dietro a Mariotto Segni, dietro la Margherita, dietro a Mastella, deluso da Rotondi, scompare ma a ben guardare riappare anche dietro a Giuseppe Piazza…

giovedì 15 marzo 2007

Sospeso tra terra e cielo

Nell’immensa metropoli di Chongqing, la città più grande della Cina con 32 milioni di abitanti, un uomo vive tra cielo e terra. Le leggi del progresso economico cinese sono chiare. Via i vecchi quartieri fatti da povere case per lasciare spazio a grattacieli di bilocali e centri commerciali. D’altronde in una città di 32 milioni di abitanti ognuno deve inserire la sua vita negli spazi che gli si da. Si dorme nel grattacielo, si va a lavorare in un altro grattacielo, si fa la spesa nel centro commerciale sotto il grattacielo. Nel centro commerciale c’è tutto. Ci sono i sogni consumistici delle vetrine, ci sono i piccoli ristoranti, ci sono i luoghi della socializzazione, ci sono sguardi, persone che camminano, vita rinchiusa sotto vetro. Vita.

Nella megalopoli di Chongging la società immobiliare "Chongqing Zhengsheng Real Estate" ha deciso di realizzare un gigantesco centro commerciale e centinaia di appartamenti. Gli ennesimi. Ma un uomo non crede a questa Cina. Non ha accettato di prendere un piccolo rimborso e trasferirsi nel grattacielo poco più in là. Non ha venduto la sua casa e da qualche settimana si è barricato tra le quattro mura della sua abitazione. Ma la società di costruzioni, che non ha voluto fermare i lavori ha continuato con gli scavi. Ora l’abitazione si trova su di un isolotto di terra posto a 11 metri dal suolo. «Non ci ha dato altre possibilità; ora sarà costretto a lasciare la sua casa», ha riferito un portavoce della società immobiliare ai giornali locali. La notizia è stata battuta in Italia da Repubblica. Questa è la Cina moderna signori. Un uomo sospeso tra cielo e terra che urla un progresso disumano. L’uomo non chiede aiuto a nessuno. Non cerca visibilità mediatica. Gliel’hanno data, gliela do, ma non la chiede. È un modo per dirci: si può stare così vicini al cielo ma così lontani dal sole (dell’avvenire)?

giovedì 15 febbraio 2007

Minority Report

Intercettazioni. Intercettazioni come mezzo per prevenire i crimini. Intercettazioni come modalità di indagine e come prova giudiziaria. Intercettazioni telefoniche, ambientali, postali. Con le intercettazioni e i pedinamenti si è scoperta la nuova cellula di seconda posizione delle Brigate Rosse. Quelli che credono nella propaganda armata, invece del partito armato. Differenza per alcuni sostanziale, per altri superflua.

Ma non è questo il punto. Se io ora scrivo su questo blog parole (apparentemente) casuali come Brigate Rosse, Colonna Walter Alasia, Seconda Posizione, Partito Comunista Combattente. Volete scommettere che qualche remoto funzionario della Digos visiterà il mio blog? Ma non per accanimento. Credo che esista un sistema informatico che segnala in automatico siti internet o mail o telefonate dove ci sono "parole chiave". Ah! Ah! Pur non essendo io in alcun modo, neanche ipotetico, un fiancheggiatore di gruppi vicini alle Brigate Rosse. Aahh! la pericolosità delle parole proibite...

Ma mi viene anche da chiedermi. Ma siamo sicuri che il gioco valga la candela? Ovvero siamo sicuri che per avere più sicurezza, più prevenzione, per trovare i colpevoli prima che si macchino delle colpe, siamo disposti a rinunciare alla libertà? La libertà quella suprema: la Libertà con la elle maiuscola. Che siamo disponibili ad avere sempre un Grande Fratello che ci controlla? Certo chi sgarra viene punito. Mi viene in mente un film con Tom Cruise: Minority Report. Andate a cercarlo.
Ma, ripeto, il gioco vale la candela ? Vale veramente la pena?

lunedì 11 dicembre 2006

Assassino, assassino, assassino !

È morto all’età di 91 anni il generale cileno Augusto Pinochet, ex dittatore del Cile, assassino di stato.

La storia della sua sanguinaria dittatura è per fortuna fin troppo nota. La troverete dappertutto. Nel 1973 prese il potere con un colpo di stato militare uccidendo il presidente Salvador Allende e i suoi fedelissimi che si erano asserragliati nel palazzo del governo. Ben 28 mila persone torturate, altri 20 mila cileni costretti all’esilio, più di 3 mila cileni scomparsi nel nulla. Lo stadio di Santiago pieno di comunisti, socialisti, persone di sinistra, oppositori. Una carneficina senza fine. Gente che scompariva nei sotterranei di Villa Grimaldi, il centro i tortura per gli oppositori. Morti senza tomba. L’operazione Condor, finanziata dalla CIA per lo sterminio di ogni opposizione di sinistra.

Tra i tanti fatti che la storia giudicherà, come dimenticare la visita in Cile del Papa Giovanni Paolo II, organizzata dal cardinale Sodano. Era il 1987 e dal balcone della Moneda, il Papa e il genocida Augusto Pinochet, si affacciarono e salutarono la folla. Appena più in la, dalle strade di Santiago, si alzava il silenzioso grido di dolore dei fantasmi dei morti senza nome.
Assassino, assassino, assassino !

lunedì 4 dicembre 2006

La fattucchiera, la streghetta, la chimica e il pallone

Pochi giorni fa il Pubblico Ministero della Procura di Roma, Lina Cusano, ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell'ex presidente della Lazio Sergio Cragnotti e dell'argentino Juan Sebastian Veron, soprannominato la brujita, processati per lo scandalo dei passaporti falsi e delle presunte irregolarità nella naturalizzazione del giocatore. Sono stati chiesti due anni e mezzo di reclusione per il calciatore e due anni per l'ex presidente della Lazio, oltre a condanne per altri sette imputati. Le eventuali pene che dovessero essere inflitte sono comunque coperte da indulto. Ancora una volta Sergio Cagnotti cade in piedi. Ma chi si ricorda che questo poco illustre ex personaggio del calcio è stato un altrettanto poco illustre ex finanziare e ex direttore d’azienda? E che azienda…

Vent'anni vissuti pericolosamente. Sergio Cragnotti, ex finanziere, abile e spregiudicato, che Enrico Cuccia chiamava ''la fattucchiera''. Sergio Cragnotti bravissimo a fiutare le tempeste e a tenersene ben al riparo. Dopo una laurea in economia parte per il Brasile dove conosce Serafino Ferruzzi che gli affida la direzione delle sue attività. In Brasile fa anche l'altro incontro chiave della sua carriera: quello con Raul Gardini. Nel 1986 diventa amministratore delegato della Ferruzzi Agricola Finanziaria. Nel 1988 torna in Italia richiamato da Ferruzzi. Serve il suo aiuto. Cragnotti approda a Foro Bonaparte, tempio storico della finanza italiana. Viene nominato vicepresidente del gruppo Montedison nel 1988 e realizza alcuni grossi colpi finanziari, come la vendita della Standa a Silvio Berlusconi e la ristrutturazione della Sir. L'anno successivo, Raul Gardini lo nomina amministratore delegato dell'Enimont, il nuovo colosso della chimica nazionale. Cragnotti combatte la battaglia per il controllo del nuovo polo chimico fino a guidarlo, in solitario, dal '90 fino al suo epilogo, dopo le dimissioni del presidente Lorenzo Necci. Una scalata che sembra inarrestabile. Una capacità di fiutare le tempeste che lo salva da tangentopoli. Lui e Necci si salvano. Gardini si suicida, si spara un colpo. Gabriele Cagliari si toglie la vita in carcere con un sacchetto in testa. L’unico che paga con il carcere è Carlo Sama, genero di Serafino Ferruzzi e cognato di Gardini. Uscito dal carcere ritorna sul business dell’energia con il bio-diesel. Necci si rimette in affari con il comune di Roma per l’affare ferrovie con l’ex sindaco Francesco Rutelli. Diventa addirittura amministratore delegato delle ferrovie dello stato. Poi l’anno scorso muore in un banale incidente. Viene investito da un’auto mentre, in vacanza vicino a Brindisi, faceva un giro in bici. Cagnotti cambia settore e cambia aria per un po’.

Nel '91, nasce a Londra la Cragnotti&Partners Capital Investiment. Cragnotti ne diviene presidente ed azionista e si trova così a guidare una banca d'affari che e', al tempo stesso, un crocevia di alleanze e un grosso gruppo industriale. La società si concentra soprattutto nel campo dell'agroalimentare, dopo la privatizzazione della Sme. Poi fonda il Gruppo Cirio, associato con il marchio De Rica, che nel corso degli anni acquisterà altri gruppi, come il Del Monte nel 2001, Bertolli e la Centrale del latte.

In tutto questo, Cragnotti vive anche un'altra passione, quella per la Lazio. Nel 1992 comincia un'altra grande avventura. Cragnotti diventa presidente della società sportiva Lazio. E per la squadra cominciano gli anni d'oro. Ma qui si inizia un nuovo capitolo. Le frequentazioni con gli ambienti della destra romana, l’amicizia con il potente Francesco Storace e l’operazione di ripulitura del passato di Cragnotti.
Continua………