giovedì 15 marzo 2007

Sospeso tra terra e cielo

Nell’immensa metropoli di Chongqing, la città più grande della Cina con 32 milioni di abitanti, un uomo vive tra cielo e terra. Le leggi del progresso economico cinese sono chiare. Via i vecchi quartieri fatti da povere case per lasciare spazio a grattacieli di bilocali e centri commerciali. D’altronde in una città di 32 milioni di abitanti ognuno deve inserire la sua vita negli spazi che gli si da. Si dorme nel grattacielo, si va a lavorare in un altro grattacielo, si fa la spesa nel centro commerciale sotto il grattacielo. Nel centro commerciale c’è tutto. Ci sono i sogni consumistici delle vetrine, ci sono i piccoli ristoranti, ci sono i luoghi della socializzazione, ci sono sguardi, persone che camminano, vita rinchiusa sotto vetro. Vita.

Nella megalopoli di Chongging la società immobiliare "Chongqing Zhengsheng Real Estate" ha deciso di realizzare un gigantesco centro commerciale e centinaia di appartamenti. Gli ennesimi. Ma un uomo non crede a questa Cina. Non ha accettato di prendere un piccolo rimborso e trasferirsi nel grattacielo poco più in là. Non ha venduto la sua casa e da qualche settimana si è barricato tra le quattro mura della sua abitazione. Ma la società di costruzioni, che non ha voluto fermare i lavori ha continuato con gli scavi. Ora l’abitazione si trova su di un isolotto di terra posto a 11 metri dal suolo. «Non ci ha dato altre possibilità; ora sarà costretto a lasciare la sua casa», ha riferito un portavoce della società immobiliare ai giornali locali. La notizia è stata battuta in Italia da Repubblica. Questa è la Cina moderna signori. Un uomo sospeso tra cielo e terra che urla un progresso disumano. L’uomo non chiede aiuto a nessuno. Non cerca visibilità mediatica. Gliel’hanno data, gliela do, ma non la chiede. È un modo per dirci: si può stare così vicini al cielo ma così lontani dal sole (dell’avvenire)?

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