lunedì 4 dicembre 2006

La fattucchiera, la streghetta, la chimica e il pallone

Pochi giorni fa il Pubblico Ministero della Procura di Roma, Lina Cusano, ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell'ex presidente della Lazio Sergio Cragnotti e dell'argentino Juan Sebastian Veron, soprannominato la brujita, processati per lo scandalo dei passaporti falsi e delle presunte irregolarità nella naturalizzazione del giocatore. Sono stati chiesti due anni e mezzo di reclusione per il calciatore e due anni per l'ex presidente della Lazio, oltre a condanne per altri sette imputati. Le eventuali pene che dovessero essere inflitte sono comunque coperte da indulto. Ancora una volta Sergio Cagnotti cade in piedi. Ma chi si ricorda che questo poco illustre ex personaggio del calcio è stato un altrettanto poco illustre ex finanziare e ex direttore d’azienda? E che azienda…

Vent'anni vissuti pericolosamente. Sergio Cragnotti, ex finanziere, abile e spregiudicato, che Enrico Cuccia chiamava ''la fattucchiera''. Sergio Cragnotti bravissimo a fiutare le tempeste e a tenersene ben al riparo. Dopo una laurea in economia parte per il Brasile dove conosce Serafino Ferruzzi che gli affida la direzione delle sue attività. In Brasile fa anche l'altro incontro chiave della sua carriera: quello con Raul Gardini. Nel 1986 diventa amministratore delegato della Ferruzzi Agricola Finanziaria. Nel 1988 torna in Italia richiamato da Ferruzzi. Serve il suo aiuto. Cragnotti approda a Foro Bonaparte, tempio storico della finanza italiana. Viene nominato vicepresidente del gruppo Montedison nel 1988 e realizza alcuni grossi colpi finanziari, come la vendita della Standa a Silvio Berlusconi e la ristrutturazione della Sir. L'anno successivo, Raul Gardini lo nomina amministratore delegato dell'Enimont, il nuovo colosso della chimica nazionale. Cragnotti combatte la battaglia per il controllo del nuovo polo chimico fino a guidarlo, in solitario, dal '90 fino al suo epilogo, dopo le dimissioni del presidente Lorenzo Necci. Una scalata che sembra inarrestabile. Una capacità di fiutare le tempeste che lo salva da tangentopoli. Lui e Necci si salvano. Gardini si suicida, si spara un colpo. Gabriele Cagliari si toglie la vita in carcere con un sacchetto in testa. L’unico che paga con il carcere è Carlo Sama, genero di Serafino Ferruzzi e cognato di Gardini. Uscito dal carcere ritorna sul business dell’energia con il bio-diesel. Necci si rimette in affari con il comune di Roma per l’affare ferrovie con l’ex sindaco Francesco Rutelli. Diventa addirittura amministratore delegato delle ferrovie dello stato. Poi l’anno scorso muore in un banale incidente. Viene investito da un’auto mentre, in vacanza vicino a Brindisi, faceva un giro in bici. Cagnotti cambia settore e cambia aria per un po’.

Nel '91, nasce a Londra la Cragnotti&Partners Capital Investiment. Cragnotti ne diviene presidente ed azionista e si trova così a guidare una banca d'affari che e', al tempo stesso, un crocevia di alleanze e un grosso gruppo industriale. La società si concentra soprattutto nel campo dell'agroalimentare, dopo la privatizzazione della Sme. Poi fonda il Gruppo Cirio, associato con il marchio De Rica, che nel corso degli anni acquisterà altri gruppi, come il Del Monte nel 2001, Bertolli e la Centrale del latte.

In tutto questo, Cragnotti vive anche un'altra passione, quella per la Lazio. Nel 1992 comincia un'altra grande avventura. Cragnotti diventa presidente della società sportiva Lazio. E per la squadra cominciano gli anni d'oro. Ma qui si inizia un nuovo capitolo. Le frequentazioni con gli ambienti della destra romana, l’amicizia con il potente Francesco Storace e l’operazione di ripulitura del passato di Cragnotti.
Continua………

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