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Leggiamo spesso che le forze politiche italiane di centro discutono come rifare una sorta di nuovo Grande Centro. L’UDC di Casini ha lasciato gli ex alleati della Casa delle Libertà. La Margherita, comodamente seduta al governo attende gli eventi. L’UDEUR di Mastella flirta neanche troppo di nascosto con Casini. Poi c’è Rotondi, il segretario delle Nuova Democrazia Cristiana, che porta un simbolo autorevole ma è poco incline alle mire di Casini e della Margherita (presto i falchi del partito faranno fuori Rutelli).
Ma se vi dicessi che il vero segretario della Democrazia Cristiana, con tanto di simbolo originale è un signor sconosciuto ai media: il signor Giuseppe Piazza? Che Giuseppe Piazza ha diffidato Rotondi ad usare nome e simbolo della D.C. e sia il tribunale di Roma, sia la corte d’appello gli hanno dato definitivamente ragione? E se dicessi che Giuseppe Piazza è in orbita Prodi da anni? E se dicessi che Giuseppe Piazza ha già tirato dalla sua Mastella ma soprattutto i Vescovi Italiani? E se dicessi che presto sentiremo parlare di Giuseppe Piazza e della Democrazia Cristiana? E se scrivessi che presto vedremo di nuovo la Democrazia Cristiana, seduta in parlamento? Che sia l’epilogo di una eredità contesa da quasi 15 anni? Vedremo chi avrà l’ultima parola, l’unica certezza è che son tanti a voler dire la loro.
Il regista occulto? Il vecchio Mino Martinazzoli, ultimo segretario della D.C., scioglie il partito macchiato da tangentopoli e fondo il Partito Popolare Italiano. Da li il centro si frammenta ma non perde identità. Il vecchio Mino rimane in disparte, dietro a Mariotto Segni, dietro la Margherita, dietro a Mastella, deluso da Rotondi, scompare ma a ben guardare riappare anche dietro a Giuseppe Piazza…
Nell’immensa metropoli di Chongqing, la città più grande della Cina con 32 milioni di abitanti, un uomo vive tra cielo e terra. Le leggi del progresso economico cinese sono chiare. Via i vecchi quartieri fatti da povere case per lasciare spazio a grattacieli di bilocali e centri commerciali. D’altronde in una città di 32 milioni di abitanti ognuno deve inserire la sua vita negli spazi che gli si da. Si dorme nel grattacielo, si va a lavorare in un altro grattacielo, si fa la spesa nel centro commerciale sotto il grattacielo. Nel centro commerciale c’è tutto. Ci sono i sogni consumistici delle vetrine, ci sono i piccoli ristoranti, ci sono i luoghi della socializzazione, ci sono sguardi, persone che camminano, vita rinchiusa sotto vetro. Vita.
Nella megalopoli di Chongging la società immobiliare "Chongqing Zhengsheng Real Estate" ha deciso di realizzare un gigantesco centro commerciale e centinaia di appartamenti. Gli ennesimi. Ma un uomo non crede a questa Cina. Non ha accettato di prendere un piccolo rimborso e trasferirsi nel grattacielo poco più in là. Non ha venduto la sua casa e da qualche settimana si è barricato tra le quattro mura della sua abitazione. Ma la società di costruzioni, che non ha voluto fermare i lavori ha continuato con gli scavi. Ora l’abitazione si trova su di un isolotto di terra posto a 11 metri dal suolo. «Non ci ha dato altre possibilità; ora sarà costretto a lasciare la sua casa», ha riferito un portavoce della società immobiliare ai giornali locali. La notizia è stata battuta in Italia da Repubblica. Questa è la Cina moderna signori. Un uomo sospeso tra cielo e terra che urla un progresso disumano. L’uomo non chiede aiuto a nessuno. Non cerca visibilità mediatica. Gliel’hanno data, gliela do, ma non la chiede. È un modo per dirci: si può stare così vicini al cielo ma così lontani dal sole (dell’avvenire)?